giovedì 17 dicembre 2020

Sandro Brugnolini & Junior Dixieland Gang _ 1953 - 1954

 

Quello di Sandro Brugnolini è un caso, se non unico comunque abbastanza raro, in cui grazie alla passione, alla ricerca ed all’investimento di collezionisti ed appassionati, la musica di un autore, che ha composto/eseguito ben più della metà delle sue creazioni per colonne sonore su pellicola, sonorizzazioni di programmi TV non destinate alla vendita o sotto nick-name, ha raccolto la meritata considerazione mentre l’autore stesso era ancora in vita e non, come spesso ci troviamo a constatare, magnificandolo solo dopo la sua dipartita…

 


«È paradossale ciò che è accaduto negli ultimi anni. La riscoperta delle librerie musicali ci ha restituito un po’ di lustro a distanza di una vita. Ho avuto riconoscimenti che mai mi erano stati tributati, se non durante quel primo periodo jazz, in cui ero stato celebrato come uno tra i migliori interpreti in Italia. Una volta conclusa quell’esperienza, ciò che è venuto dopo non mi ha rilanciato, anzi, librerie musicali sono state un vero e proprio ‘mondo sommerso’. Oggigiorno, sull’onda del grande ritorno del vinile, sono stato come ‘riscoperto’ da nuovi editori e appassionati, con un brulicare di commenti positivi a favore del sottoscritto e di tanti colleghi musicisti troppo a lungo ignorati.»[1]

 


È quindi grazie a etichette quali DejaVù Records, Cinedelic Records, Four Flies Records e SonorMusic Editions, ai “diversamente giornalisti” e bloggers come Alessandro Casella de “Il Giaguaro”, Gianmarco Diana di “CinematiCA” o Marco Ferretti di “Souterraine” se oggi possiamo conoscere meglio le sue vicende musicali e, soprattutto, ascoltare tanta di questa musica che sarebbe stata irrimediabilmente perduta…

 

Io, dal mio piccolo, aggiungo giusto un altro tassello, probabilmente meno ricercato dei tanti “vinili oscuri” ma che riprende il racconto dal principio, dalla nascita discografica di quella “Gang” romana dedita alla musica di Leon Bix Beiderbecke e capitanata proprio da un giovanissimo Brugnolini e, in qualche modo, chiude il cerchio.



«fu proprio come accadeva nelle dorate favole dei film americani dell'epoca: il più importante critico di jazz, Arrigo Polillo, mi spedì a Roma il contratto per una serie di registrazioni con la mitica Columbia-Voce del Padrone-Pathè, dopo aver ascoltato una nostra prova incisa avventurosamente in casa di Alberto Collatina sul « Gelosino » di allora e speditagli senza alcuna speranza nemmeno di risposta. Registrammo i pezzi in una vecchia chiesa sconsacrata al centro di Milano, con i microfoni che pendevano dalle volte, le macchine in sacrestia e non senza problemi: al primo pezzo a Gianni Nardi cadde la penna dentro il foro della chitarra… si bloccò la registrazione e tutti a turno a cercare di sbattere quello strumento per farla uscire di nuovo… Poi, forse per l'emozione, per il fatto di essere al centro di una avventura musicale irripetibile, per l'ansia, per la responsabilità degli arrangiamenti e della direzione che ricadeva soprattutto su di me, a un certo punto mi mancò totalmente il fiato, non respiravo più e fu Nunzio Rotondo, grande nostro amico e maestro di tutti noi all'epoca, a massaggiarmi la schiena insieme con Polillo per farmi riprendere a suonare. Tutto questo accadde nel 1953. Dodici mesi dopo, la Fonit-Cetra ci richiamò per un’altra dozzina di tracce. Noi della Junior Dixieland Gang avevamo maturato un po’ di esperienza e, infatti, i nuovi brani erano arrangiati diversamente rispetto al passato, preludio a un nostro ‘cambiamento’ verso nuove sonorità. Se ascoltati oggi, è possibile comprenderne le differenze.»

So Long Sandro!

*****

JUNIOR DIXIELAND GANG – BIXIN’ THE BLUES













[1] BETWEEN UNDERGROUND AND OVERGROUND – Marco Ferretti intervista Sandro Brugnolini


1 commento:

  1. thanks for a nearly forgotten "revival" jazz band and for continuing this wonderful site!
    keep boppin´
    marcel

    RispondiElimina