Sono diversi i motivi che mi hanno portato oggi a scegliere questo titolo, tra tanti…
Certo, quello squisitamente musicale
dovrebbe aprire il post dal momento che, dopo tanta inattività fisica, se non
quella mascellare e gastrointestinale, la musica qui riportata ha i ritmi
predominanti che sono un viatico alla sopita circolazione, grazie proprio alla
batteria scoppiettante di Tullio De Piscopo, agli innumerevoli cambi di rotta
imprevisti di Luis Agudo (ascoltate la Title track) ed al robusto tono portante
di Larry Nocella (Scetate/Garrison my Dear).
Poi c’è l’aspetto collezionistico
‘ché, se anche queste registrazioni sono oramai sparse un po’ dappertutto nella rete (da Spotify ai tanti blog che le hanno riproposte in passato), sfido
chiunque si definisca anche lontanamente un appassionato a dire di
non avere vibrato almeno un po' davanti a questo o un altro di quei dieci titoli che restano fondamentali nella nutrita collana autoctona
dedicata al Jazz from Italy dalla Carosello.
Certo, formalmente non dovrei sottovalutare nemmeno l’aspetto "critico", perché De Piscopo, che è stato indubbiamente un fuoriclasse del suo
strumento e che ha accompagnato decine di nomi altisonanti del Jazz di casa
nostra o internazionale (Azzolini, Barigozzi, Basso, Buratti, Rusca o Massimo
Urbani ma anche Slide Hampton, Grappelli, Mulligan, Piazzolla o Kai Winding) è stato spesso lasciato un po' ai margini del panorama che si è tentato di
ricostruire intorno a questa musica, forse perché anche lui è rimasto condizionato dalle sue frequenti
relazioni con la sorella “leggera” (che lo hanno visto al fianco di Celentano e
Cutugno, Mina, Jannacci e Donaggio, Mino Reitano, la Vanoni, la Zanicchi e Pino
Daniele) o proprio vittima dell'abusato concetto di musica "commerciale” spesso confuso con “popolare”, o forse per il suo essere "personaggio semplice" ed attaccato alle origini o chissà per cos'altro, fatto sta’ che in oltre cinquant’anni di suonata
carriera io ricordo, per esempio, una sola intervista sulle colonne di Musica
Jazz, ma questa è storia vecchia e ve l’ho già raccontata qui.
Ma oramai voi mi conoscete, chi più e
chi meno, e sapete che le mie scelte sono dettate anzitutto dal mio stato d’animo.
Perché in fondo questo blog altro non è che un diario personale, un “carnet de route” che ho spesso condiviso con altri viandanti, uno specchio riflesso, un doppio che prende spunto da me stesso eppur vive di una sua propria autonomia e nient’altro… per cui posso tranquillamente confidarvi che ‘stamattina è stato solo quell’aggettivo a farmi fare la scelta di mettere sul piatto questo disco anziché un altro, proprio per quel semplice “FUTURE” in maiuscolo che si è preso tutta la mia attenzione…
Perché in fondo questo blog altro non è che un diario personale, un “carnet de route” che ho spesso condiviso con altri viandanti, uno specchio riflesso, un doppio che prende spunto da me stesso eppur vive di una sua propria autonomia e nient’altro… per cui posso tranquillamente confidarvi che ‘stamattina è stato solo quell’aggettivo a farmi fare la scelta di mettere sul piatto questo disco anziché un altro, proprio per quel semplice “FUTURE” in maiuscolo che si è preso tutta la mia attenzione…
Ora il futuro ha smesso di
mostrarsi a me come un solido e lunghissimo ponte levatoio, che collega il “qui e ora”
ad un domani si dettagliato e pianificato, ma lontano e sfumato nel blu, ed ha assunto la forma di tante piccole tessere bianche da colorare a piacere ed incastrare l’una
all’altra, necessarie per colmare soltanto piccoli vuoti momentanei, ideali per creare pezzi di scelte di volta in volta cangianti.
E, seppur qualche mese fa tutto sia iniziato come un’opzione praticamente obbligata, più che ricercata, posso dirvi che in queste settimane il godere del presente, l’attenzione alle piccole cose, il poter procedere seguendo il mio ritmo, sono diventate le mie più preziose possibilità e, in fondo, forse, erano già il ritratto più fedele della mia Natura, solo che tutto il resto che mi girava intorno non mi permetteva più di ricordare.
E, seppur qualche mese fa tutto sia iniziato come un’opzione praticamente obbligata, più che ricercata, posso dirvi che in queste settimane il godere del presente, l’attenzione alle piccole cose, il poter procedere seguendo il mio ritmo, sono diventate le mie più preziose possibilità e, in fondo, forse, erano già il ritratto più fedele della mia Natura, solo che tutto il resto che mi girava intorno non mi permetteva più di ricordare.
***
Tullio De Piscopo Quintet
Future Percussion
Label: Carosello
Serie: Jazz from
Italy
Catalog#: CLE 21038
Format: LP
Country: Italy
Recorded at Studio
CAP,
Milan, January 1978
Tullio De Piscopo
(drums),
Larry Nocella (tenor
sax),
Giorgio Cocilovo
(guitar),
Luigi Bonafede
(piano),
Lucio Terzano (bass),
Luis Agudo
(percussion)
Tracklist:
A1. Scetate _
Garrison My Dear - 6:07
A2. Barbara - 6:48
A3. La Mia Natura -
6:52
B1. Future Percussion
- 6:45
B2. Say It (Over and
Over Again) - 5:00
B3. 3 For Larry -
7:53
semplicemente fantastico!
RispondiEliminaSay It (Over and Over Again)
EliminaMzeci beaucoup, JFI !!!
RispondiEliminaGrazie! Però si potrebe avere di nuovo un link valido per il disco "Everything Happens To Me" che sembra geniale? Grazie
RispondiElimina