«Guido
Manusardi è, da alcuni anni, uno degli uomini di punta del jazz italiano: uno
di quei musicisti, cioè, che si citano invariabilmente quando si vuole
dimostrare che il nostro jazz può reggere onorevolmente il confronto con quello
che si fa negli altri paesi jazzisticamente più evoluti. Tutti sanno, però,
quanta fatica sia costata, al pianista e compositore di Chiavenna, questa sua
affermazione in patria. Per anni ha infatti dovuto sperimentare l’amara
condizione dell’emigrato: prima in Svezia e poi – chi avrebbe mai pensato di
andarci per suonare del jazz? – in Romania. E si che Manusardi ha suonato
sempre più che brillantemente, anche quando era in esilio e quando, tornato
finalmente in patria, stentava ad inserirsi “nel giro”, come si dice. Acqua passata,
fortunatamente.
Ora
Manusardi si può ascoltare spesso, dovunque, in Italia, ci sia un pubblico per
il jazz, e sempre i suoi meriti vengono riconosciuti. Vengono riconosciuti da
tutti perché, oltre a una tecnica strumentale di prim’ordine, il nostro pianista
ha un sicurissimo senso del jazz (si parla del jazz “vero”: quello che piace
anche ai musicisti che lo hanno inventato, e cioè ai neri-americani), ed è un
compositore dalle idee molto chiare. Non si dà arie da innovatore
rivoluzionario; tiene invece i piedi ben piantati in terra, e si dedica
all’approfondimento delle risorse di un linguaggio ormai “classico”
(nell’ambito della musica afro-americana, si intende), che di risorse tuttora
inesplorate ne possiede in gran copia. Questa è una delle ragioni per cui da
tempo ama esibirsi nella classicissima formazione del Trio
piano-basso-batteria, come fa anche per le esecuzioni presentate in questo suo
ultimo disco, nel quale, accanto a diverse composizioni sue, ci vengono
proposte delle fresche ed espressive interpretazioni di popolari standards
americani, come Poinciana, che è una
delle sue specialità, e che è qui profondamente rielaborato e jazzisticamente
arricchito, o come Yesterdays, il
glorioso tema di Jerome Kern. Non manca, fra i pezzi di autori americani, una
delle più belle composizioni di Dave Brubeck: In Your Own Sweet Way.
In
ognuna di queste incisioni, la prima delle quali è un bel valzer a tempo
moderato, I Crott De Ciavena, che
Manusardi ha voluto dedicare al suo paese natale, il pianista conferma le sue
grandi doti di strumentista e di interprete, che oggi è in possesso di uno
stile personale, caratterizzato da un tocco robusto e risonante, davvero
jazzistico, e da un’intensa, appassionata espressività.
I
compagni di Manusardi in queste esecuzioni sono ben noti al pubblico del jazz:
sono il giovane contrabbassista romano Furio Di Castri (ascoltatelo nel ricco
assolo che prende ne I Crott De Ciavena) ed
il batterista emiliano Gianni Cazzola, il cui swing, la cui “grinta”, sono da
tutti apprezzati e gli assicurano scritture in continuazione nei gruppi dei
migliori jazzisti di casa nostra.
Giudicate
voi i risultati della loro collaborazione; e se volete divertirvi alle spalle
di qualche amico, fategli ascoltare questi brani senza dirgli il nome di chi lo
ha registrato. Molto probabilmente vi sentirete fare i nomi di alcuni
importanti pianisti americani, e miglior prova che Manusardi è uno di quei
musicisti che possono reggere con onore il confronto coi grossi calibri
stranieri, non si potrebbe avere».
Arrigo Polillo
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Credits:
Immagini Visive
Guido Manusardi (piano),
Furio Di Castri (bass),
Gianni Cazzola (drums)
Label: DIRE
Catalog#: FO 360
Format: LP
Country: Italy
Recorded at Studio 7,
12-13 January 1981
Tracklist:
A1. Oltremera – 6:23
A2. Love Dance – 4:37
In Your Own Sweet Way – 5:54
Yesterdays – 5:53
B1. Poinciana – 5:08
B2. I Crott De Ciavena – 6:20
B3. What Kind Of Fool Am I –
5:50
B4. La Cort Di
Asen – 3:50
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RispondiEliminaChe meraviglioso piatto , grazie mille !
EliminaQuest'anno compie 80 anni, ben portati, stando alla sua esibizione dei giorni scorsi alla Anteprima del Torino Jazz Festival da gustare su https://www.youtube.com/watch?v=h2TRAxXp2Ik
RispondiEliminaAnch'io prossimamente gli dedicherò qualcosa del suo periodo rumeno.Un caro saluto
GiGi
Grazie!
RispondiEliminagreat Italian funk album: Fox - Blue Hotel
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