lunedì 23 dicembre 2019

Stafford James with Enrico Rava - HORO 1975, Jazz A Confronto #26


In questi giorni sto raccogliendo molte interviste a diversi protagonisti di questa musica per un progetto di cui spero potervi raccontare a breve.

Ora, al di là dell’aspetto pratico in cui alcuni “famosi vecchi leoni” ti concedono tutto il tempo del mondo direttamente in live recording ed altri, anche misconosciuti giovin virgulti, posticipano, vogliono leggere le domande in anticipo e danno sòle, ed anche volendo superare l’annosa questione che tenta di spiegare il “perché” di una intervista loffia, che quasi sempre si riconduce alle domande mosce dell’intervistatore (e ci sta’) e raramente alla possibilità di una scarsa capacità di dare forma ad un racconto di alcuni intervistati (e pure questo ci sta’ tutto), è di altro che vi vorrei parlare.



E sì, perché di queste ore passate intorno ad un tavolo o al telefono, quello che più mi è rimasto impresso non sono tanto le parole sulla Musica, ma sono le vicende su tutto quello che gli gira intorno che mi raccontano di più della persona che ho di fronte. 



Per esempio con Enrico Rava, dopo aver conversato amabilmente su alcuni suoi dischi con tante frasi “arrrotondate” e raccolto alcuni spunti da lui offerti al tema («forse la gente non lo sa, ma sia io che Franco D’Andrea, siamo dei grandi appassionati di Dixieland») ne ho colto uno che inizialmente mi è sembrato uno scivolone per una intervista di Jazz, cioè quel gancio emotivo che mi era stato offerto dal libretto di Altan, impresso nella mia memoria di appassionato di Comics tanto quanto la Musica di Noir, se non un pochino di più…



Ed invece questo tema trasversale ha aperto ad argomenti imprevisti e fantastici, che ci ha portato a discutere in modo più “sbragato” e per questo più sincero di BD, cioè di Moebius quanto di Tex, dei francesi che, nonostante tutto, non sembrano cogliere più al volo le occasioni («io avrei fatto uscire proprio il fumetto con una sua autonomia, magari con il CD allegato)», della Giungla brasiliana dove l’uomo bianco non era mai stato, di Raymond Chandler e Dashiell Hammett (ben più che dell’amato Carver o del temibile Proust), di cantanti da Osteria e di vecchi tromboni a coulisse puzzolenti, di quell’esilarante video RAI del 1974 e dei riflessi emotivi di Michelangelo Pistoletto, dei Living Theatre e di tanti altri incontri indelebili con i fratelli Bertolucci, Gianni Amico e soprattutto, Marcello Melis. 



Chissà perché, ma ancora una volta l’aver defibrillato “Jazz from Italy” mi fa pensare che la vita quotidiana è l’Arte più interessante che ci sia… 



«potrei dirti che io non ho una vera vita sociale con i musicisti, devo dire la verità… certo, siamo amici da anni, ci divertiamo sul palco subito prima e dopo aver suonato, mangiamo e cazzeggiamo insieme e questo crea feeling, ma spesso, fuori da questo contesto, mi annoio molto, perché si parla solo di Musica e di pettegolezzi musicali, mentre nella mia vita ho tanti altri interessi…»


JfI: Altan ti ha iconizzato in maniera tagliente e spesso arcigna, mentre io trovo molta ironia in Enrico Rava e c’è una cosa che ho sempre desiderato chiederti: quel video RAI in cui suonate in quartetto con Massimo Urbani, Calvin Hill e Nestor Astarita e vi “autoproclamate” i migliori musicisti del mondo... ma a chi è venuta in mente una storia così???

Enrico Rava: lì eravamo a Torino, ed il direttore della RAI di quegli anni era Folco Portinari, che era un Poeta anche abbastanza importante e, tra l’altro, era stato per un certo periodo anche il fidanzato di Juliette Greco e che, ovviamente, adorava il Jazz. Io, quando ho fatto quelle cose in RAI con Massimo, vivevo a NY e lui restò molto colpito dalla mia musica ed ogni volta che tornavo in Italia mi organizzava sempre qualcosa… il regista di quel video poi era Maurizio Corgnati, uomo coltissimo e collezionista di pittura, che fu quello che raccolse Milva, che era cantante da Balera e l’ha fatta diventare una donna raffinata, comunque anche lui si entusiasmò a sua volta del nostro gruppo e fu proprio sua l’idea di quel video, ironica ovviamente, che noi all’inizio osteggiammo imbarazzati, ma poi ci divertì e ne comprendemmo la portata.



JfI: esilarante, ma non solo, visto che era mamma-RAI del 1974 ed il brano che accennate è “Closer”, pezzo affatto semplice appena uscito sul disco della HORO


ER: si, esattamente. Poco prima che io cominciassi a registrare per la ECM avevo inciso per Aldo Sinesio a Roma. Devi sapere che Sinesio era il fratello di un Senatore democristiano, personaggio “pesante” in Sicilia e di lui ricorderò sempre una cosa molto simpatica, cioè che il giorno dopo la registrazione di quel disco noi saremmo partiti per dei concerti, tra cui alcune date al Brass Club di Palermo e, proprio poco prima che partissimo, Aldo mi disse “Enrico, se a Palèmmo hai bisogno di quaccòsa, di quàssìasi cosa» [imita il dialetto il siciliano] «tu fai un nummero di telefono, un nummero quàssìasi e, quànno rispònnono, dicci subbito che sei amico di Aldo Sinesio” [risate]. Un personaggio vero Sinesio, ed era molto amico di Camilleri che, a sua volta, era molto appassionato di Jazz.



JfI: c’è un altro disco di quella serie che ascolto spesso e volentieri, quello con Stafford James… peccato che quel catalogo sia praticamente irreperibile ai più

ER: è vero, non si sa che fine abbia fatto, perché c’erano cose davvero interessanti, ricordo Gil Evans e Archie Sheep, per esempio. Ma il fatto è che passa il tempo e le cose spariscono... sembra normale a tanti, anche se non lo è.


Art by Francesco Tullio Altan


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JAZZ A CONFRONTO 26

STAFFORD JAMES - HLL 101-26


Label: HORO
Catalog#: HLL 101-26
Format: LP
Country: Italy

Recorded in, Rome 1975, July 31

Stafford James (bass), Enrico Rava (trumpet),
Dave Burrell (piano), Beaver Harris (drums)




Tracklisting:

JAZZ A CONFRONTO 26 - Side A

A1) Costa Bruciata - 9'40"
A2) Neptune's Child - 12'18"





JAZZ A CONFRONTO 26 - Side B

B1) City Of Dreams - 5'16"
B2) I Ain't Named It Yet - 11'46"





3 commenti:

  1. The links are now inactive. Any chance for fresh ones? Either way, thank you for the offer and for running this blog.

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