Non c’è altra via che combattere,
questo è il fatto, e non combattere il giorno stabilito, cioè quando c’è un
anniversario, ma combattere tutti i giorni, in tutti gli episodi della vita.
Dal lavoro si può andare in pensione,
ma dalla lotta no. La lotta non si può mollare, anche quando sembra che non c’è
nessun risultato possibile, serve sempre. Non è vero che lottare non serve.
Giovanna
Marturano è una piccola donna di 101 anni, con la gioia di vivere di una
bambina.
Mio padre era il classico impiegato
dello stato, che ci teneva alla carriera e non si occupava di politica. Lui non
era fascista, non gli piaceva il fascismo, mia madre invece era proprio contro
il fascismo.
Nelle
sue parole risuona la storia del ‘900 italiano, quella di una donna e di una
famiglia comune, come la definisce lei, ma che comune non è.
Il nuovo, la civiltà, l’evoluzione da
chi viene? Non viene certo dagli anziani. Dobbiamo avere anche un po’ di
modestia e non andare dai giovani come dei professori, non è questo che serve,
dobbiamo imparare anche da loro.
L’esperienza che abbiamo fatto non
basta, dobbiamo fare ogni giorno nuove esperienze, sennò non possiamo spostare
niente, questa è la cosa.
La
sua è una storia di parte, di quella parte che per un secolo ha lottato contro
il totalitarismo fascista e per una vera giustizia sociale.
Io c’ho una certa età, ogni tanto me la
sento ed ogni tanto non mi sembra vero ma, per quanto poca forza io abbia, sono
decisa a continuare a lottare ancora. Una delle cose più importanti che posso
fare è portare la mia testimonianza, perché ormai siamo pochi, a poter
testimoniare di persona, delle lotte che abbiamo fatto
Giovanna
sa raccontare e le piace farlo, attraverso i suoi libri, attraverso incontri
con le nuove generazioni, attraverso interventi politici, davanti ad una
videocamera.
Il fascismo è stato un obbrobio, una
cosa tremenda, è stato l’imitazione della libertà, della democrazia, della
giustizia.
Un giorno mio fratello andò vicino a
Milano per aiutare dei compagni ad impiantare una tipografia clandestina. Come
si può immaginare, ci fu una spiata e i fascisti andarono sul luogo e lo
trovarono che stampava manifesti.
Di conseguenza vennero a casa nostra
all’alba per fare una perquisizione e trovarono la traduzione dal francese di
un libro “proibito” intitolato Fascisme et révolution e loro cominciarono ad
indagare su chi aveva fatto la traduzione. La traduzione la facevamo in tre: mio
fratello, mia sorella ed io e la scrittura di mia sorella e di mio fratello si
somigliavano, mentre la mia no. Quando mi chiesero chi faceva quel
lavoro io negai, ma loro presero un quaderno che c’era in casa con il mio nome
e cognome, gli appunti di chimica, e ripeterono: e questo?!... e mi portarono
in galera.
Lo
fa con la lucidità di chi ha vissuto la vita e conosce il senso vero delle
cose, ma soprattutto lo fa con ironia e schiettezza.
Mentre mi portavano in galera in taxi,
perché io sono andata in taxi in galera, con un carabiniere e due agenti in
borghese, tre persone… una pericolosa…, si fermarono davanti al carcere
minorile e mi chiesero: scusate quanti anni avete?! Perché io allora ero
giovanissima…
L’arresto di mio fratello fu il più
tremendo, poi ci fu quello di mia madre, che ci colpì a tutti molto, ma questo
era l’arresto mio e, sinceramente… non me ne fregava niente.
Spesso
cerchiamo miti lontani e icone rivoluzionarie, solitamente non crediamo
possibile essere partecipi di qualcosa di importante nella nostra semplice quotidianità. Per Giovanna è stato naturale
ma, per fortuna, qualche volta c’è chi si impegna per aiutarci a ricordare questo.
Di
fatto, si chiamano Todomodo.
Bimba col pugno chiuso
vuole raccontare il percorso esistenziale di Giovanna, partendo dai suoi
ricordi di bambina che vide la marcia fascista su Roma nel ‘22, fino ad
arrivare alla sua attuale lettura del presente e al suo costante impegno
politico, che le fa dire “non c’è altra
via che combattere, questo è il fatto. Dal lavoro si può andare in pensione,
dalla lotta no.”
A
differenza del classico documentario di memorie, non si avvale di materiale di
repertorio. Le parole di Giovanna prendono forma attraverso il disegno e ci
conducono in una nuova dimensione, dove ricordo personale e storia collettiva si
fondono e confondono. I racconti di Giovanna sono infatti “illustrati” da
disegni ed animazioni realizzati da MaurizioRibichini, in collaborazione con Salvo Santonocito e
Adriano Mestichella, con le musiche di Amy Denio, Roberto Fega, Ludovica Valori,
Roberta Montisci,
Paolo Camerini
e Bianca Giovannini.
Bimba
col pugno chiuso è prodotto da 441 persone e realtà associative, sparse in
tutta Italia e non solo, che hanno scelto di sostenere la sua realizzazione attraverso
la campagna di crowdfunding, che è stata lanciata sul portale produzionidalbasso.com, e pure
questo è lottare.
Domani,
25 aprile 2013, si potrà godere di Bimba
col pugno chiuso al cinema Aquila di Roma, via L’Aquila 66, al Pigneto; doppia
proiezione: alle ore 20:30 e alle ore 22:30.
Guardare, in rarissimi casi, è un po' come partecipare.
Buona visione!
Buona visione!
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Credits:
Label: PDU
Catalog#: Pld. A. 6024
Format: LP
Country: Italy
Released: 1975, february
Catalog#: Pld. A. 6024
Format: LP
Country: Italy
Released: 1975, february
Guido Mazzon (tp, flgh, p),
Roberto Bellatalla (bass), Toni Rusconi (drums).
On track «UFFA!» add
Daniele Cavallanti (ten. sax),
Filippo Santi (trne), Edoardo Ricci (alto sax)
Tracklisting:
A1) Ed Ora Parliamo Di Libertà (prima parte)
A2) G.M.M. 8.7.74
A3) Canto Facile – Biancaneve
A4) C’era Una Volta Un Re
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B1) Fino Alle Radici
B2) «UFFA!»
B3) Rigmarole
Una bella "doppia celebrazione" senza retorica; in più, l'accento sul crowdfunding è davvero di grande interesse, un mecenatismo alla rovescia che trovo assai attuale e può permettere produzioni di grande qualità (in ambito musicale penso al gallo rojo, e più indietro nel tempo alla ReR). Sarei curioso di sentire più pareri in merito, nel frattempo vado a esplorare produzionidalbasso.com
RispondiEliminaQuanti ricordi questa musica... grazie
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