Vi ho raccontato diverse volte dell’amicizia che mi ha legato a Nunzio e della stima che ho sempre avuto nei confronti della sua espressione musicale, forse più spesso sul vecchio blog di Splinder, come alcuni ricorderanno, che qui.
In questi giorni ho ritrovato però un VHS con un vecchio filmato RAI, che lo riprendeva in quintetto al Festival del Jazz di Sanremo nel 1986, che ho voluto condividere con chi è interessato, ed ho cercato nuovamente le emozioni che la sua musica mi ha sempre donato.
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Nunzio
Rotondo ha avuto un inizio folgorante, con aperti riconoscimenti delle stars
del jazz internazionale e della stampa italiana d’epoca, anche se le sue
registrazioni ufficiali si contano sulle dita di una mano.
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Nunzio
ha sempre inciso solo il necessario, per seguire quel senso di coerenza che lo
ha contraddistinto nel panorama musicale, e che gli è costato caro, lasciandolo ai
margini per più di quarant’anni, nonostante fosse uno dei personaggi di spicco
nel passaggio tra il primo jazz suonato in Italia e l’affermazione di questa
musica nell’attuale forma moderna.
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Ricordo
ancora le nostre interminabili chiacchierate quando nel 2005 fu pubblicata una
raccolta per la Via Asiago
10, una label nata dall’unione della Twilight Music e la Audioteca Radio
Rai.
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Quando
uscì quel primo CD, che avrebbe avuto un seguito nel 2007, Nunzio mi chiamava
per chiedermi consiglio (lui, quel gigante del jazz chiedeva consiglio a me,
piccolo fan, capite di che pasta era fatto?) perché i tipi della RAI volevano
che lui firmasse un contratto che regolarizzasse la cessione dei diritti per
quelle musiche, dietro un compenso 0,10 centesimi di € per ogni copia venduta
(!!!).
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Nunzio
si era rifiutato non tanto per l’esiguità vergognosa della proposta, ma perché
voleva che le royalties andassero ad un sassofonista che aveva suonato con lui,
Romano Liberatore, tanto grande quanto sconosciuto, e che ora, così Nunzio
diceva, se la passava male.
Ma
per la RAI questo
non era possibile, almeno non formalmente.
Lui non capiva, e non firmava.
Lui non capiva, e non firmava.
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In
quei giorni, io ero lì a dirgli che, nonostante la distanza che prendevo dai
pirati travestiti da benefattori (altro che downloading illegale, Nunzié, questo è
sfruttamento legalizzato), quantomeno queste ri-edizioni avrebbero permesso a
nuovi appassionati di ascoltare la sua musica, dal momento che le sue incisioni
su vinyle erano ricercate e rarissime da trovare. A Nunzio, allora, si
addolciva la voce al pensiero che dei ragazzi potessero conoscerlo attraverso
questi nuovi CD ma, ogniqualvolta cercava di concludere l’affaire, c’era sempre un motivo che bloccasse le sue intenzioni.
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Uno
di quelli che lo infastidiva di più era il fatto che, quando andava o
telefonava in RAI, doveva sempre parlare con una segretaria, una bella donna educata, diceva, che lo
trattava più come una pratica da concludere che come l’uomo che era, e che
difficilmente riusciva a farsi passare il diretto interessato, cioè Dario
Salvatori che cura le riedizioni per la Via Asiago 10, e questo era un mondo non
solamente sconosciuto a Nunzio, ma abitato da personaggi che lui si rifiutava di accettare.
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Alla
fine, per fortuna mi viene da dire reprimendo un rigurgito di disgusto, le
pubblicazioni furono date alle stampe, anche se non credo che Nunzio abbia mai
firmato un contratto, e ci permettono di godere di una panoramica di incisioni
e collaborazioni, che in questo primo CD vanno dal 1964 al 1980, che vedono
Nunzio Rotondo con Franco D’Andrea, Gato Barbieri, Mal Waldron, Joel Vandroogenbroeck e
Romano Liberatore, appunto, oltre ai fidi compagni ritmici, Dodo Goya, Franco
Mondini, Maurizio Majorana e Roberto Podio.
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Questo
CD, come il secondo “The Legend”, non ha mai goduto di felice distribuzione e,
anche se a tutt’oggi risultano entrambi disponibili a catalogo, raramente si
trova nei negozi di musica. Niente è cambiato nemmeno dopo la scomparsa di Nunzio Rotondo, tantomeno una rilettura a posteriori della sua statura artistica.
È
così che ho deciso di metterlo in condivisione con voi, probabilmente attirando
le ire degli integralisti del copyright (ma
mi facci il piacere...), ma certamente tutelato dal benestare di Nunzio
che, dovunque sia in questo momento, sono certo che approverà.
Again a new musician for me - looking forward to hear Nunzio Rotondo!
RispondiEliminaThank you very much - mille grazie!!
You have opened a new ocean of sounds for me and I am buying CDs from Italian Jazz musicians as never before.
The Jazz virus has become a distinct Italian one - Great!
Grazie per il disco e per il bellissimo post. Grazie davvero.
RispondiEliminaGrazie, preziosissimo come sempre.
RispondiEliminaGrazissime... bellssima musica a me sconosciuta... veri tesori!
RispondiEliminaQuesto prezioso video è un regalo stupendo che hai fatto a tutti gli appassionati, una rarità che, con il tuo permesso, riciclerò nel mio giro di amicizie.
RispondiEliminaCon stima ed amicizia
Gigi
Splendido post su un Gigante (troppo sottovalutato) del jazz nostrano. Una curiosità: ti risulta che sia reperibile il brano che Rotondo incise per i titoli di testa di Nero Wolfe? Grazie in anticipo.
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