“Anche per me che ho vissuto mille
vite, che ho visto oceani piangere e città impazzire, macchine urlare e legni
piegarsi; nonostante conosca come un fratello il sapore del miglior Kaval mai
distillato e saprei salutare in dialetto Ainu un qualsiasi abitante di
Hokkaidò; benché abbia conversato con campioni del mondo di Cheese Rolling e
visto uomini tremare nel corso di un Royal Shrovetide Football; nonostante
tutto questo, trovarmi qui a quest’ora, solo, in una macchina parcheggiata di
fronte ad un locale chiuso, in una deserta Via Fanfulla da Lodi, ad ascoltare
questo disco, mi commuove di passione…”
Con
queste parole, Mr Franco Ferguson in persona salutava l’uscita del CD Amazing
Recordings, in una fredda notte romana d’inizio 2011, circa un anno e mezzo
dopo la nascita del Collettivo dei forieri che indossavano, orgogliosi, il suo
nome.
.
Come più volte dichiarato dallo stesso Franco
Ferguson, anche attraverso l’eco instancabile del prode Folco Steiner, il collettivo è formato da musicisti/e che
condividono un approccio critico, creativo e non ortodosso al jazz ed alle
musiche ad esso correlate. Il collettivo si propone di valorizzare e connettere tra loro tutti/e
coloro che si muovono in questo ambito. Coinvolgere il maggior numero di
musicisti/e in una visione collettiva e cooperativa della musica,dove l'artista
si senta parte di un «movimento» e non «singolo tra singoli».
.
Pasquale Innarella, Roberto Raciti, Tony Cattano, Giacomo Ancillotto, Alberto Popolla,
Henry Cook, Angelo Olivieri, Marta Raviglia, Francesco Lo Cascio, Eugenio
Colombo, Lillo Quaratino, Francesco Cusa, Pino Sallusti, Silvia Bolognesi,
Michele Rabbia, Mario Paliano, Alipio C. Neto, Ivan Cammarata, GiancarloSchiaffini, Roberto Bellatalla, Sandro Satta, Piero Bittolo Bon, Silvia Schiavoni,
Claudio Sbrolli, Fabrizio Spera, Marilena Paradisi, Ettore Fioravanti, IvanoNardi, Giorgio Distante, Mauro Guidi, Francesco Diodati, Roberto Fega, sono
solo alcuni dei tantissimi forieri che annunciavano, di volta in volta ed in
forme sempre cangianti, l’allitterante nome di FF.
.
Se
dovessimo pensare ad un Roman Jazz Renaissance
del secondo millennio, dopo anni, che son sembrati secoli, in cui il jazz
veniva relegato ai grandi eventi incravattati dell’Auditorium o allo scantinato
destrorso con consumazione obbligatoria dell’Alexanderplatz, prendendo appena un
po’ d’aria nei programmi della Casa del Jazz diretta da Linzi, beh, davanti al
signor FrancoF dovremmo toglierci il cappello e per locali come il Fanfulla
101, il Rialto o il Valle occupato, dovremmo fare la fila all’ingresso.
.
E
se oggi accogliamo (in pochi…) con
entusiasmo (sempre più raro…) dischi
come “Mansarda”, “If Not - Omaggio a Mario Schiano”, “Jacques Lacan, a true
musical story”, “Uomini di Terra”, “Ragh Potato” o “Baap-Sweet dreams, Baby!” è
sempre lui che dovremmo ringraziare, mister
FFFerguson in person che, se non li
ha prodotti, certo li ha guidati, perché Franco
Ferguson è il nostro mentore, faro luminoso e luminare, nonché guru e sciamano,
luce perpetua che ci indica il cammino nella valle oscura e tenebrosa e,
all’occorrenza, anche l’interruttore della luce nei bagni del locale.
.
È
curioso notare come sul finire del 2010, appena qualche mese dopo che Franco
Ferguson fosse riuscito a manifestarsi in uno dei luoghi istituzionali del jazz
capitolino, il direttore corrente fu defenestrato e sostituito dall’anziano
cavaliere nero...
Il nuovo venuto, dal passato remoto, giurò ovvia continuità, spazio e vitalità ai giovin virgulti del reame e, contemporaneamente, chiuse ogni accesso al Castello del Jazz, specialmente a quelli che avevano valorizzato un orizzontale rapporto musica/pubblico/spazio/creatività, riportando d’incanto il suo regno nel tradizionale distacco palco/platea verticale d’antan.
.
Ma
Franco Ferguson non si è lasciato abbattere, n0o, non è nel suo stile, che è in perfetto Kirk Douglas!
.
Anzi, Mr eFFeeFFe ha tentato di
assemblare nuove forme, ha trasdotto attuali suoni prima intraducibili, ha
esplorato intatte terre incontaminate dai steccati e, se non ha conquistato
ulteriori territori nella contea degli Ahò, è sicuramente avanzato nei nostri
cuori, auto-spargendosi in mille venti, e facendoci dono, come un’audace paladino
errante e benigno, della coscienza e del principio della memoria immunitaria,
per reagire così a tutte le sostanza estranee dal noi.
.
A
noi resta solamente il dovere di continuare a somministrarci la dose di reagente
libertà e, trepidamente, sciogliere le trecce ed aspettarne il ritorno.
.
*****************************
.
-
Untitled 1-2: Alberto Popolla (cl), Alessandro Salerno (g), Francesco Lo Cascio
(vibes), Mario Paliano (drums);
-
Untitled 3-4: Henry Cook (alto sax, fl), Francesco Lo Cascio (vibes), Giacomo
Ancillotto (g), Roberto Raciti (bass), Francesco Cusa (drums), Marta Raviglia
(voice);
-
Untitled 5-6: Tony Cattano (trbn), Andrea Moriconi (g), Pino Sallusti (bass),
Maurizio Chiavaro (drums);
-
Untitled 7-8: Pasquale Innarella (alto sax), Silvia Bolognesi (bass), Gulio
Maschio (drums);
-
Untitled 9-10: Sandro Satta (alto sax), Antonio Jasevoli (g), Roberto Raciti
(bass), Roberto Altamura (drums);
-
Untitled 11-12: Marco Francescangeli (alto sax), Ezio Peccheneda (g), Francesco
Lo Cascio (vibes).
.
-
Untitled 13-14-15: Henry Cook (alto sax, fl), Pino Sallusti, Roberto Altamura
(drums);
-
Untitled 16: Marco Bonini (g), Franz Rosati (elet), Daniele De Santis (drums);
-
Untitled 17-18: Antonello Sorrentino, Angelo Olivieri (tps), Pasquale Innarella
(french horn), Tony Cattano (trbn), Luca Corrado (tuba);
-
Untitled 19: Romano Pratesi (tenor sax), Francesco Lo Cascio (vibes), Lillo
Quaratino (bass), Claudio Sbrolli (drums);
-
Untitled 20: Mauro Guidi (alto sax), Andrea Araceli (p), Lillo Quaratino
(bass), Ermanno Baron (drums);
Complimenti, gran bel blog, vienimi a trovare anch'io scrivo, ogni tanto di jazz qui. http://musicamassy.myblog.it
RispondiEliminaAnche se "milanese" di adozione conosco la realtà FrancoFerguson, ho avuto anche modo di esibirmi al Fanfulla101, e di chiacchierare amabilmente con quella splendida persona che si fa chiamare "Poppy", al secolo Saro Lanucara. Nella mia malinconica città queste cose ce le sogniamo, che invidia.
RispondiEliminaSe a Roma si stanno creando situazioni e spazi per la musica non allineata e - meno male - una nuova generazione di musicisti non allineati buona parte del merito va a questa straordinaria iniziativa.
ROBERTO DEL PIANO