«Si vive in questa città troppo bella, amandola, maledicendola,
proponendosi ogni giorno di lasciarla e restandoci»
Se già nella metà degli anni
Cinquanta Ennio Flaiano descriveva in poche righe il rapporto di odio e amore
con Roma [1],
sicuramente le liriche accorate di Remo Remotti riprendono ed approfondiscono
meglio quel contrastante sentimento.
È passato più di mezzo
secolo e non posso dire che c’è stato un rilevante cambiamento, anzi, la
tentazione di lasciare questa bella ed eterna vecchiezza sembra aver preso la
meglio.
Se dovessi parafrasare il
concetto, pensando al mio rapporto con l’universo musicale oggi, mi verrebbe da
dire che me ne andrei da questo jazz recintato a tutti i costi, me ne andrei
dal jazz Definito, Originale, me ne andrei dal Vero jazz; me ne andrei dal jazz Europeo,
Africano, Americano, Afroamericano, me ne andrei da ogni Nazionalismo del jazz;
me ne andrei dal jazz Derivativo,
Idiomatico, Nostalgico, Didattico, Evoluto, Nobile, Furbetto, Conservatore,
Clientelare, Snob, me ne andrei dal jazz di qualsiasi razza;
me ne andrei dai Direttori
birraioli, dagli Addetti ai livori, dai Recensionisti leccaculo, dagli
Appassionati della polemica, dai Critici permalosi, me ne andrei lontano dai
Fans ciechi e coerenti ad ogni costo;
me ne andrei da Umbria jazz,
dalla Casa del jazz, da Torino Jazz, dalla Milano del Jazz, da Bari jazz, da
Vicenza jazz, me ne andrei da tutti i confini del jazz;
me ne andrei dalle sterili Discussioni
jazz in cui si spende tempo per sentenziare se Miles
era uno stronzo o no, se Rava ha rotto er cazzo, se Winton è più forte di Ambrose,
se Bollani è un pagliaccio e se DAVVERO Esperanza Spalding può essere catalogata
sotto l’etichetta jazz;
me ne andrei dai Referendum sul
jazz, dalle Mostre di jazz, dagli Awards del jazz, dai Quiz sul jazz, dai Premi
al jazz, dagli Omaggi in jazz, dai Grammy del jazz, dalle Classifiche jazz, e me
ne andrei lontano pure dai mondani Aperitivi in jazz;
me ne andrei dai Gualazzi,
dai Biondi, dai Paoli, dagli Allevi del jazz e me ne andrei anche dai Bossi di
tutte le leghe;
me ne andrei dal jazz che è esclusivamente
ritmo, timbro, swing, interplay, armonia, melodia, improvvisazione e che non è
pure pop, cabaret, folk, citazione, classica, world, lirica o canzonetta.
Me ne andrei dal Vero jazz,
che poi è solo quello che piace a me!
P.S. Me ne vado in vacanza…
Credits:
Franco Cerri introducing Dado Moroni
Jazz Piano
Label: DIRE
Catalog #: FO 354
Format: LP
Country: Italy
Recorded in Milan,
November 1979
Dado Moroni (piano),
Julius Farmer (el. bass),
Tullio De Piscopo (drums)
Tracklisting:
A1. Straight, no Chaser (T. Monk)
– 5:20
A2. Satin Doll (D. Ellington)
– 6:30
A3. Fine and Dandy (K. Swift)
– 5:10
B1. I’m Getting’ Sentimental
Over You (D. Ellington) – 4:00
B2. O.P. Blues [for Oscar
Peterson] (D. Moroni)
– 5:40
B3. I’ll Remember April (G. De
Paul) – 8:42
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[1] Diario notturno, Bompiani
1956, (succ. Adelphi 1994 )
Lei non sa quanto le do ragione. Anch'io sono stanco di questo jazz. Stanco dell'accademia, stanco della fottuta progressione 2-5-1, stanco del fottuto jazz modale, stanco dei fottuti accordi di settima e superiore e tutte le sue astrusità, stanco dell'intellettualismo borghese che ha ucciso il jazz, almeno quello per cui era nato (si perchè lo ha ucciso, è inutile che ci prendiamo in giro) stanco di tutte queste regoline e regoluccie che perdi una vita a studiare non arrivi da nessuna parte. Voglie essere free, ma non free per politica. Voglio bruciare tutto nel blues ma non perchè qualcuno possa dire che l'ho fatto per qualcosa. Con la tromba voglio suonare due note, ma non voglio che qualcuno mi dica che sono minimalista e che prendo da Miles . Con il sax voglio suonare tutti i virtuosismi che voglio ma non voglio che qualcuno mi dica che sono un "Coltraneniano" o un "Parkeriano". Non voglio essere etichettato. Non so cosa voglio neanche io, ma una cosa è certa. Il vero jazz è un'altra cosa ed io non lo sento più. Beato lei che va in vacanza, io non posso neanche fare quello. By Seth.
RispondiEliminaSempre un piacere leggerti, più che Remotti mi viene in mente l'invettiva di Edward Norton allo specchio (la 25ma ora, gran bel film): non so perchè, o forse sì... ma io questa stanchezza (eufemismo) che descrivi, la avverto già da un bel pò.
RispondiEliminaBUONA VACANZA
[senza manco un concerto o una visita a un negozio di dischi? hmmm ;-)]
Buone vacanze!
RispondiEliminaProprio un bel post centrifugo che ho letto con la colonna sonora che magicamente si è conclusa giusto quando ho finito di leggere.
RispondiEliminaBuone vacanze.
Anyway, ne me quitte pas...
bel post davvero!
RispondiEliminaogni tanto vengo a cercarti, a respirare aria buona, ad ascoltare le tue scelte musicali sempre eccezionali.
RispondiEliminaciao, mr.jazz, un abbraccio
ceneredirose
whoah this blog is magnificent!
RispondiEliminaBruce Oliver
CruisewithBruce@transatlanticJazzCruise.com
Website:http://transatlanticjazzcruise.com
Ciao Jazz, sono passata a salutarti e a leggerti. Sempre bel posto qui...ma quanto durano le tue vacanze? ehii siamo già ad ottobre!
RispondiEliminaMi manca un po' la tua presenza...virtuale.
Spero per te cose buone
Un abbraccio
Settemaggio