martedì 31 gennaio 2012

Modern Jazz Gang _ Jazz in Italy vol.6_CETRA EPD 42


La Modern Jazz Gang, debuttò ufficialmente nel gennaio del 1958, durante una serata organizzata dal Jazz Club di Roma, ma per l’assenza involontaria di Sandro Brugnolini (alto sax), si dovette attendere il 14 aprile per poter esprimere un giudizio critico su questo complesso.


In realtà le sue origini risalgono a diversi anni prima, essendo la MJG l’evoluzione della Junior Dixieland Jazz Band, nata nel ‘51 all’epoca del revival italiano, influenzata dalla musica di King Oliver, Jelly Roll Morton e Louis Armstrong. La formazione iniziale era così composta: Giorgio Giovannini, tromba; Sandro Brugnolini, clarinetto; Alberto Collatina sax soprano, tenore e pianoforte; Ferruccio Piludu, trombone; Gino Tagliati, pianoforte; Ennio Marsico, chitarra; Boris Morelli, contrabbasso; Franco Morea, batteria. 


La JDJB è stata, con la Roman New Orleans Jazz Band, la Original Lambro Jazz Band e la Milan College Jazz Society, una delle quattro più importanti formazioni di stile tradizionale e l’unica che ha vissuto, con coraggioso slancio, una continua evoluzione.


Infatti, “dopo nemmeno un anno e mezzo di tentativi neworleanseggianti e quindi di musica nerissima, rimanemmo come magicamente folgorati sulla via di Davenport, la città di Bix Beiderbecke, proprio dalla sparuta componente bianca del jazz. E quella che era stata per noi la Junior Dixieland Jazz Band, già nota nel 1951 soprattutto per una street parade finalizzata a raccogliere fondi e indumenti per gli alluvionati del Polesine, divenne nel marzo del 1953 la Junior Dixieland Gang : laddove « Junior » era come un ossequio alla Roman New Orleans Jazz Band che, insieme con Carletto Loffredo, ci aveva tenuto a battesimo al Jazz Club Roma; « Dixieland » era l'indicazione generica dello stile prescelto e poi costituiva il nocciolo duro, appunto, della prima denominazione dell'orchestra; « Gang », infine, era il segno specifico del tipo di musica che avremmo suonato, in omaggio alla storica Gang di Bix per le incisioni del '27 e del '28”.


Oltre all’amore per le raffinate atmosfere bixiane, la spinta per il primo passaggio evolutivo venne soprattutto grazie alle capacità di arrangiamento e composizione di Sandro Brugnolini e di Francesco Forti, nuovo sassofonista inserito nel nucleo della formazione originaria, permettendo così ad Alberto Collatina di dedicarsi esclusivamente al trombone e, saltuariamente al pianoforte.


Nonostante tutto noi della Gang, giovani evidentemente animati da quel furore bixiano ben poco redditizio commercialmente però molto appagante artisticamente, ci provammo lo stesso e, per primi in Europa (quando si escluda soltanto un preciso momento della vita dello scrittore e musicista Boris Vian), ci rifacemmo in toto allo spirito di Beiderbecke, Trumbauer, Rollini, Don Murray, Bill Rank, Eddie Lang: ci buttammo a corpo morto a ricreare le atmosfere armonicamente complesse di quella musica, studiando e rifacendo tutti i brani del repertorio bixiano, da Royal Garden Blues a Jazz Me Blues, da At The Jazz Band Ball a Margie, a Louisiana, a Mississippi Mud, come ad assimilarne ogni più piccolo segreto di fraseggio, di accenti, di collettivo così serrato e geniale coi suoi pianissimo alternati a improvvisi fortissimo, cosa che le altre band non facevano mai suonando quasi sempre, diciamolo pure, al massimo dei decibel”.


Questa la formazione della JDG dal 1952 al 1954, con unica variazione di Roberto Trillò alla batteria che nel ’53 rilevò Morea : Giorgio Giovannini, tromba; Alberto Collatina, trombone, pianoforte; Sandro Brugnolini, clarinetto, arrangiatore e leader del gruppo; Francesco Forti, sax baritono, alto e arrangiatore; Gino Tagliati, pianoforte; Sergio Nardi, chitarra; Boris Morelli, contrabbasso; Franco Morea, batteria.


"Ognuno di noi, ovviamente, aveva preso a modello il musicista che nella Gang bixiana aveva ricoperto il medesimo ruolo; e tuttavia, pur avendo riprodotto alla perfezione tutti i brani classici di quel repertorio assimilandone compiutamente il fraseggio, impadronitici compiutamente del linguaggio incominciammo ad usarlo anche su brani autonomi, affrancati da quelli di Bix; al punto che, divenuto praticamente il leader del complesso di cui curavo la maggior parte degli arrangiamenti, io stesso mi cimentai addirittura nella composizione di un brano originale, non a caso intitolato “Bixin'The Blues” dove al "Singin" del notissimo pezzo di Bix-Trumbauer avevo voluto sostituire il nome del nostro ispiratore”.


Il 1953 fu un anno fondamentale per la Junior Dixieland Gang. Il 10 marzo tennero un concerto per commemorare il cinquantenario della nascita di Leon Bix Beiderbecke, organizzato dal Circolo Romano Del Jazz presso l’Associazione Artistica Internazionale di Via Margutta. 

Fu un successo di pubblico e di riconoscimenti della critica ufficiale “la JDG si è presentata nell’attuale formazione eseguendo i seguenti brani: Royal Garden Blues, Indiana, Louisiana, Margie, Way Down Yonder in N.O. (ottima esecuzione di Collatina al piano in assolo), Ballin’ the Jack, Mississippi Mud, Canal Street Blues e At the Jazz Band Ball. Il collettivo e gli assoli, di gusto nettamente « bianco », hanno confermato la piena assimilazione dello stile della « Gang » bixiana nei suoi elementi essenziali; non si creda però che non vi sia una personale elaborazione da parte di questi giovani musicisti che in pochissimo tempo hanno veramente fatto passi da gigante: la loro personalità ha modo di risaltare sia negli interventi « a solo » che negli arrangiamenti di gusto sicuro (dovuti alla penna di Brugnolini, Forti e Giovannini). Non avevamo mai sentito una tromba italiana suonare cosi « Bix » come Giovannini; Collatina è una colonna granitica dall’intonazione perfetta; di Brugnolini sono ben note le qualità ed il gusto musicale; a Forti, maestro nel contrappunto e nell’accompagnamento, vorremmo tuttavia raccomandare una sonorità più aggressiva. Ottimi i ritmi. […] È raro trovare in Italia un gruppo di musicisti cosi serii, coscienziosi e preparati musicalmente. Dopo tante caciare goliardiche fa veramente piacere trovare gente che preferisce la musica al frastuono” (Roberto Capasso – Musica Jazz Aprile 1953).


Il 7 e 8 maggio dello stesso anno, i ragazzi della JDG incisero a Milano le loro prime nove matrici, quasi tutti i pezzi suonati al tributo romano più quel “Bixin The Blues” di Brugnolini che, oltre ad essere un chiaro omaggio al loro ispiratore, affermava il loro desiderio, e le notevoli capacità, di creare nuove forme ispirate dalla musica di quel periodo. Poi “ fu proprio come accadeva nelle dorate favole dei film americani dell'epoca: il più importante critico di jazz, Arrigo Polillo, mi spedì a Roma il contratto per una serie di registrazioni con la mitica Columbia-Voce del Padrone-Pathè, dopo aver ascoltato una nostra prova incisa avventurosamente in casa di Alberto Collatina sul « Gelosino » di allora e speditagli senza alcuna speranza nemmeno di risposta. Registrammo i pezzi in una vecchia chiesa sconsacrata al centro di Milano, con i microfoni che pendevano dalle volte, le macchine in sacrestia e non senza problemi: al primo pezzo a Gianni Nardi cadde la penna dentro il foro della chitarra… si bloccò la registrazione e tutti a turno a cercare di sbattere quello strumento per farla uscire di nuovo… Poi, forse per l'emozione, per il fatto di essere al centro di una avventura musicale irripetibile, per l'ansia, per la responsabilità degli arrangiamenti e della direzione che ricadeva soprattutto su di me, a un certo punto mi mancò totalmente il fiato, non respiravo più e fu Nunzio Rotondo, grande nostro amico e maestro di tutti noi all'epoca, a massaggiarmi la schiena insieme con Polillo per farmi riprendere a suonare”.


Dal giugno al dicembre 1953 la Junior effettuò una lunga tournée, organizzata da Carlo Peroni, insieme al quintetto di Nunzio Rotondo, toccando Angera (VA), Torino, Cerano (NO), Livorno, Ferrara, Padova e naturalmente Roma. Rotondo, come fa Enrico Rava oggi, si è sempre accompagnato con molti giovani musicisti, dilettanti o professionisti, prendendo da loro la spinta innovativa ed influenzando, a sua volta. i loro primi passi acerbi. “con Nunzio abitavamo nello stesso quartiere di S. Bibiana, lui in via Cairoli, io in Viale Manzoni. Anche Enzo Scoppa, giovane sassofonista che poi entrò nell’orchestra che formai nel 1956, e che tanto suonò con Rotondo, abitava nello stesso quartiere”.


Nel 1954 Leo Cancellieri, pianista di Sulmona già attivo con Rotondo, sostituì Gino Tagliati, offrendo stimoli nuovi ed illuminando future tendenza della Gang. Il 3 e 4 maggio di quell’anno, incisero ancora una decina di facciate per la Pathé, con l’aggiunta di Sandro Serra al sax tenore. Tutti i brani della JDG furono incisi su 78rpm e ripubblicati in Cd solamente nel 1991, in allegato al n° 14 della rivista Blu Jazz, diretta da Adriano Mazzoletti.

Poi, nell’autunno del 1955 la Junior Dixieland Gang si sciolse “quando, dopo aver suonato alla radio, a vari festival, in tournée, aver inciso una ventina di dischi, eravamo al culmine della notorietà e rappresentavamo una specie di punto di riferimento originalissimo nell’ambito di tutto il revival europeo. Invece di sfruttare il successo, come molti avrebbero fatto, decidemmo di ricominciare tutto da capo”.


L’interruzione, dovuta anche a problemi di salute di Brugnolini ed al suo lavoro come giornalista al quotidiano “il Popolo”, dove per anni si occupò della redazione parlamentare, non fu motivo per perdersi tra i tanti gruppi cometa del jazz ma per elaborare nuove strade a loro più congeniali.
A quel punto io ebbi la percezione che si sarebbe potuta proseguire la strada intrapresa da Bix anche e soprattutto nel jazz moderno; cambiai nome all’orchestra che divenne “Modern Jazz Gang” (quel Gang rimase come nostalgico omaggio alla matrice sonora) e che, anche con nuovi prestigiosi elementi come Cicci Santucci, Enzo Scoppa e Roberto Podio i quali si aggiunsero al nocciolo duro della Gang rappresentato oltre che da me (passato dal clarinetto al sax alto) ovviamente anche da Alberto Collatina al trombone, Leo Cancellieri al pianoforte e Carlo Metallo al baritono, incominciò subito a distinguersi per una sua caratteristica molto speciale: tutti i pezzi in repertorio non appartenevano ai consueti tunes o canovacci cari al jazz moderno ma erano esclusivamente brani composti e arrangiati da me o da altri componenti dell’orchestra. Infatti l’esperienza compositiva e gli approfondimenti dovuti al messaggio di Bix ci avevano portato inevitabilmente a spaziare su altri mondi, quelli del jazz più avanzato”. 


E fu così, come dicevo in apertura, che nel 1958 nacque la Modern Jazz Gang, nella seguente formazione:
Cicci santucci (tp), Alberto Collatina (trne), Sandro Brugnolini (alto sax), Enzo Scoppa (tenor sax), Leo Cancellieri (p), Sergio Biseo (bass), Roberto Podio (drums). La stessa formazione ( con Adriano Pateri che sostituì Cancellieri al pianoforte), partecipò nella terza serata al II° Festival Nazionale del Jazz, organizzato al Teatro Quirino di Roma dal 6 al 11 Maggio ‘58. Di nuovo un tripudio di pubblico e critica, generato sia dall’attesa che dall’aspettativa che la nuova forma della promettente Junior Dixieland Gang avrebbe potuto assumere. Fu quella l’unica occasione in cui la MJG vinse il suo unico premio, la Coppa Paese Sera per il miglior pezzo originale, Arpo di Sandro Brugnolini, apertamente dedicato ad Arrigo Polillo.


Il 26 gennaio 1959, Alessandro Protti e Carlo Magnani, curatori della raccolta “10 anni di jazz in Italia” per la Astraphon, chiesero alla Gang di registrare la loro prima traccia in quella antologia, e la scelta ricadde nuovamente su Arpo, ma con Carlo Metallo (bariton sax) al posto di Scoppa.

Finalmente, tre mesi dopo, Salvatore G. Biamonte suggerì alla RCA di far incidere il primo disco a nome della Modern Jazz Gang, registrato con quella che si può definire la formazione abituale (tre saxes, trombone, tromba e ritmi), con la sola sostituzione di Roberto Petrin al posto di Podio alla batteria. Quattro i brani originali registrati su quel EP, Alexis (Cancellieri), Léopoldville (Brugnolini), Giardino di Boboli (Scoppa) e Robert’s Tune (Brugnolini), anche questi mai più ristampati, tranne i due di Brugnolini apparsi in un CD dedicato alla MJG allegato alla rivista “il Giaguaro” nel 2007.


Con la seguente formazione, Cicci Santucci (tp), Alberto Collatina (trne), Sandro Brugnolini (alto sax), Enzo Scoppa (tenor sax), Carlo Metallo (bar sax), Leo Cancellieri (p), Sergio Biseo (bass), Roberto Podio (drums) più Puccio Sboto al vibrafono, la MJG partecipò alla Coppa del Jazz, indetta nel gennaio 1960, arrivando al IV° posto su settantadue gruppi, dopo il quintetto di Gil Cuppini, il quintetto di Torino capitanato da Dino Piana e l’Enrico Intra trio. In quell’occasione la RCA pubblicò un LP con la singola traccia “Alichi” di Collatina eseguita dalla Gang. Solo nel 2009, per l’etichetta Via Asiago 10, furono pubblicati in CD altri due brani di quel concorso radiofonico, “Polimnia” di Scoppa, Santucci, Metallo e “The Drum is a Tramp” di Scoppa, Santucci, Brugnolini.


Il 6 maggio 1960, la Modern entrò negli studi romani della Cetra, con Puccio Sboto al pianoforte al posto di Cancellieri ed incise ancora una volta “Polimnia” e “The Drum is a Tramp”, più due nuovi originali “Carme for J” (Metallo) e “Blue Mirria” (Brugnolini), per l’EP che venne dato alle stampe come il 6° volume della serie Jazz in Italy.


A quel punto, con quella visibilità acquisita, la Modern Jazz Gang ricevette molte proposte di nuove sedute di registrazione, tra queste segnaliamo quelle per la Adventure, una piccola etichetta romana fondata da Claudio Consorti, proprietario di un noto negozio dei dischi della capitale, tra cui il bellissimo “Miles Before and After”, registrato in due sedute, il 22 settembre del ’60 ed il 17 marzo 1961 e recentemente ristampato ad opera di Paolo Scotti, per la Déjà Vu. Con il brano che diede il titolo a quel fantastico LP, la Modern rappresentò l’Italia al Festival Internazionale del Jazz di Sanremo del 1961.


Molte anche le richieste di sonorizzazione per film e documentari, la maggior parte irreperibile su supporto sonoro, incise su pellicola per la Corona Cinematografica presso l’Elettronica Calpini o la International Recording di Roma. “nel registrare le colonne sonore s’improvvisava mentre passavano i rulli della pellicola; alcune volte i temi e gli arrangiamenti erano preparati, ma ampio spazio veniva lasciato alla creatività dei vari solisti”.


Su tutte citeremo la colonna sonora de “Gli Arcangeli” di Enzo Battaglia, uscita nel novembre 1962 per RCA e ristampata sempre dalla Déjà Vu con questa formazione: Cicci santucci (tp, flgh), Sandro Brugnolini (alto sax, cl), Enzo Scoppa (tenor sax, fl), Carlo Metallo (bar sax), Puccio Sboto (vib), Amedeo Tommasi (p), Maurizio Majorana (bass), Roberto Podio (drums). In tre brani di questa ost è presente la voce di Helen Merrill.


In quello stesso anno la Modern Jazz Gang inesorabilmente si sciolse, con Brugnolini sempre più impegnato nella sonorizzazione cine TV (suo il brano Montecitorio, che è stato per moltissimi anni la sigla televisiva del programma della RAI – Speciale Parlamento), con Santucci & Scoppa che inaugurano un loro quintetto che proseguì insieme per almeno un altro decennio e Carlo Metallo che riuscì ad essere assunto nell’orchestra della Radio.


Certo, ci furono alcune rimpatriate tra Brugnolini ed i membri della Modern Jazz Gang, come quelle del ’64 con Cicci Santucci per il documentario “Ogni Giorno” di Piero Nelli o con Carlo Metallo per “L’iradiddio” documentario di Pino Zac, in entrambe le sedute erano presenti anche Gato Barbieri e Franco D’Andrea. Poi ancora nel ’67 Brugnolini chiamò ancora Santucci ed Enzo Scoppa per l sonorizzazione di “Fantabulous”, film di Sergio Spina e nel ’68 incise con Santucci e Metallo la colonna di “Gungala, la pantera nuda” film di Ruggero Deodato.


Io però continuai la mia esperienza musicale trasferendo le ormai acquisite capacità compositive e di arrangiatore sul piano delle colonne sonore in generale, e dunque anche al di fuori dell’ambito strettamente jazzistico. Per la televisione ho musicato decine e decine di filmati e creato la musica delle sigle di non pochi programmi: la prima sigla del TG2, negli anni Settanta, è stata composta da me con strumenti elettronici allora davvero insoliti; un’esperienza che ha lasciato il segno e che ha avuto un positivo seguito, essendomi specializzato negli ultimi anni proprio nella computer music. In questo genere, che spesso appare inviso a tanti colleghi jazzisti cui forse manca la spinta di rinnovarsi, ho al contrario ritrovato la possibilità di esercitare quel « tutto da solo » che costituisce proprio la caratteristica peculiare del vero autentico jazzista il quale, pur essendo certamente in grado di socializzare nel gioioso ambito del collettivo, è però soprattutto un inguaribile narcisista solitario in quanto «creatore e al tempo stesso interprete» di tutta la musica che va sciorinando”.


Ecco, questa la storia della Modern Jazz Gang, e del suo leader Sandro Brugnolini che, pur non avendo mai vinto un premio (si, lo so, il Top Jazz non esisteva) è stata, e rimarrà per sempre, una delle migliori formazioni italiane di quegli anni Cinquanta e, forse, la più rappresentativa dello spirito sempre cangiante del jazz.


Nota: tutti i corsivi, a parte dove specificato, sono stralci d'interviste a Sandro Brugnolini tratte da Blu Jazz, www.jazzmeblues.it, ed il libretto del CD allegato a "il Giaguaro".

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Modern Jazz Gang  _ Jazz in Italy vol.6 



Credits:

Label: CETRA
Catalog #: EPD 42
Format: EP
Country: Italy

Recorded at Rome,
1960, Maj 6


Cicci Santucci (tp),
Alberto Collatina (trne),
Sandro Brugnolini (alto sax, arr),
Enzo Scoppa (tenor sax),
Carlo Metallo (bar sax),
Puccio Sboto (p),
Sergio Biseo (bass),
Roberto Podio (drums)



Tracklisting:

1) Carme for J - 3:15
2) The Drum is a Tramp- 3:18
 .


3) Polimnia - 3:45
4) Blue Mirria - 3:30


Thanks at the Centro Studi Siena Jazz for images


11 commenti:

  1. Splendido pezzo. Grazie.

    Luca Conti

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  2. bellissimo lavoro grazie - un pezzo di storia che torna alla luce!

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  3. Il più Bel Blog Jazz Italiano !!!
    Grazie per il vostro operato e per la continua ricerca et passione .

    ps - cerco disperatamente materiale di Franco Chiari e del suo quartetto , potreste proporlo nei prossimi post ?

    Grazie di nuovo e Complimenti !!!

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  4. Oh guys...
    grazie,
    thanks,
    grazie!

    è bello ricevere questi feedback, o chiamateli carezze, se volete, non solo per soddisfare il proprio ego. Questi sono segni che danno un senso ad una passione che impegna tempo e che, troppo spesso, viene vissuta come "una cosa privata", quando invece solo così non è.

    Ora vi racconto un altro pezzetto di questa storia:
    nella mia collezione questo disco della MJG non c'era, almeno fino a poco tempo fa. Certo, ce ne sono altri di questa mitica serie ed un giorno, proprio quando avevo deciso di condividerne alcuni con voi, sono stato contattato attraverso il blog da Luigi di Bologna, un altro appassionato dal cuore d'oro che, così mi scrisse, si ricordava di avere le tracce di questo EP, forse in una sua rara ristampa in CD ed infatti, in un breve scambio di mail, me le inviò.

    Di colpo quindi, mi trovai ad avere la possibilità di ascoltare questa musica prima che sparisse del tutto dalla circolazione ma, per dovere di completezza e per unire alla funzione musicale del disco anche la potenza del suo aspetto estetico, mix unico che trasforma il supporto di vinile in oggetto d'arte, avevo bisogno anche della sua cover.

    Mi rivolsi allora al Centro Studi sul Jazz di Siena e, grazie a Francesco ed ai ragazzi dell'archivio, in un altro tot di tempo ricevetti le scansioni.

    Oggi, l'impegno ed il piacere di queste tre diverse figure, incrociatesi per caso e per pura passione, si è ricomposto nella sua forma unica ed originaria e voi, insieme a me, avete la possibilità di assistere con in vostri occhi (e le vostre orecchie, of course...) alla rinascita di una specie in via di estinsione: la collettività.

    stay tuned!

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  5. Molti anni fa avevo preso in affitto un locale dove svolgere il mio lavoro. Una delle pareti confinava con la casa di Puccio Sboto, ma questo lo avrei scoperto dopo qualche giorno. Per tutto il periodo in cui h avuto quel locale non ho avuto necessità di avere una radio o un impianto, Puccio iniziava di buon mattino al vibrafono, una frase eseguita con una lentezza incredibile, faceva esaurire il suono di una singola nota fino a farla spegnere. Poi man mano, penso assaporasse, ascoltasse nota dopo nota, eseguiva il medesimo passaggio sempre più velocemente e fluidamente. Quando era sera, prima di tornarmene a casa, mi soffermavo ad ascoltare quel passaggio che nel frattempo era diventato perfetto e il ricordo che ho è che non suonasse più solo un vibrafono ma un'intera orchestra.

    Carlo Rondinelli

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  6. The links are still working.
    Thanks once again for making available such elusive Jazz!!

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  7. Buongiorno a tutti, sono in possesso di due CD di musica jazz che vorrei vendere. il primo, mai aperto, è della Junior Dixieland Gang 1953 - 1954 "Bixin' the blues" mai uscito su CD (cod. BJ016CD), è un doppio con 18 brani, ha solamente la custodia in plastica rigida con una crepa. Il secondo è della Wingy Manone e Roman New Orleans Jazz Band registrato a Roma il 12 maggio 1975 (cod. BJ034CD). La mia mail chfrlo@libero.it. Grazie Mario

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  8. Ho scoperto per caso questo scritto e ve ne sono grato.
    É UN PO' DELLA MIA GIOVENTÚ ( oggi sono un ottantenne ma ancora suono il basso sia jazz che classico a Londra dal 1989

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