Il 1974 è importante per capire l’aria che si respirava in quegli anni.
Inizia in un clima di austerità, dove la “fantomatica” crisi petrolifera impone targhe alterne e propone aumenti dell’oro nero fino al 250%.
Neanche un mese dopo vanno sotto accusa diversi uomini politici e funzionari ministeriali per aver ricevuto tangenti dall’Unione Petrolifera Italiana in cambio di false dichiarazioni che giustifichino l’aumento incontrollato della benzina.
Nessuna crisi, solo la solita smania di profitto.
Francis Bacon part of "Deuxième Version de Triptyque 1944" - 1988
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Il 12 Maggio si và alle urne per il referendum abrogativo sul divorzio, fortemente voluto dalla chiesa, dal suo braccio politico, la DC, e dai conservatori del MSI.
Su trentatré milioni e mezzo di elettori, il 59% vota NO all’abrogazione di questo diritto. Forte la partecipazione delle donne.
Qualche giorno dopo, durante una manifestazione antifascista indetta dai sindacati, in Piazza della Loggia a Brescia, una bomba uccide otto persone e ne ferisce più di cento. La strage verrà rivendicata dai fascisti di “Ordine Nero”.
A San Benedetto Val di Sambro, il 4 Agosto, il treno Italicus esplode per un’altra bomba.
Un volantino di Ordine Nero così rivendica la strage: «Giancarlo Esposti è stato vendicato. Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi ora, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Vi diamo appuntamento per l'autunno; seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti».
Piazza della Loggia, Brescia
In Settembre, il neonato Nucleo antiterrorismo guidato dal generale Dalla Chiesa, arresta Renato Curcio ed Enrico Franceschini, appartenenti alle Brigate Rosse.
All’inizio di Ottobre, la Fiat annuncia la cassa integrazione per 65.000 operai.
Alla fine di Novembre viene proclamato il quarto Governo Moro, con La Malfa e Spadolini e la solita sfilza di democristiani. Al Ministero del Bilancio c’è Andreotti, che nomina sottosegretario Salvo Lima, più volte coinvolto in indagini della commissione antimafia.
Capite che aria intendo? Non sentite puzza di bruciato??
Félicien Rops "Le Tentazioni di Sant'Antonio" - 1878
Il 12 Febbraio 1974, a Roma, entrano in studio per la prima volta insieme, Mario Schiano e Giorgio Gaslini, due dei musicisti più rappresentativi di quella che sarà la stagione più libera e creativa del Jazz italiano.
Entrambi avevano contribuito ad innescare quello che verrà interpretato come il momento di rinnovamento di questa musica, ognuno con il proprio, personalissimo modo che si differenzia dall’altro eppure si compensa nello stesso momento.
Il frutto di questo incontro è il disco che state ascoltando.
Gaslini, disegna con consapevolezza la volontà di cambiamento, costruisce schemi di rottura attraverso la forma colta della composizione, insegna il Jazz al conservatorio, sdoganandone l’importanza culturale.
Schiano afferma la spontaneità e la rabbia necessaria per la trasformazione, sostiene l’importanza della performance dal vivo, incrocia ed ingloba altri linguaggi artistici, con un unico obiettivo, quello del messaggio.
Uno ha fatto dell’intenzionalità la scelta più libera della sua ricerca.
L’altro ha usato il principio della casualità per intendere il senso della sua stessa vita.
Tutti e due comunque si muovono sul terreno del recupero della tradizione, ed allo stesso tempo esplorano instancabilmente il cielo sconosciuto dell’improvvisazione.
Entrambe, insomma, cercano la ricchezza dell’universo umano.
Tutti e due fungono da poli aggregatori per le giovani leve di allora, che poi diverranno i maestri di oggi, e promuovono, accompagnano, stimolano ed utilizzano l’energia giovanile per ottenere il miglior risultato che la loro ricerca potrà mai dare.
Giorgio Gaslini aveva anticipato le urgenze musicali che saranno proprie degli anni Settanta, già nel Febbraio del 1966 con New Feelings.
Nel Novembre dello stesso anno, dal vivo al Folkstudio di Roma, con un manifesto che ne anticipa i contenuti, nasce il “Gruppo Romano Free Jazz” di Mario Schiano con Franco Pecori e Marcello Melis.
Francis Bacon part of "Triptyque, août 1972"
Il 28 Maggio 1968, nei giorni in cui a Parigi, Berkeley ed in altre università cominciano i moti studenteschi, Gaslini registra con una Big Band dal vivo “Il fiume furore, Jazz per il movimento studentesco / Canto per i martiri negri in memoria di Martin Luther King”.
Il 25 Aprile del ’70, festa della Liberazione nazifascista, lo Schiano Trio incide “If not ecstatic we refund”,
un disco che presenta l’originalità di lasciare affiorare continuamente, sotto il tumulto e le impertinenze anarchiche, un’eredità. […] Non si sa dire se questa anteriorità è accusata, derisa o al contrario è rivendicata come un’assenza.
Forse la risposta è un po’ e un po’.
Questa incertezza mette voglia di conoscere meglio questi musicisti che, nel loro disprezzo di strade troppo nettamente tracciate, elaborano simili ragionamenti. [1]
Nel 1972 a Giorgio Gaslini fu assegnata la cattedra di Jazz al Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Tra i suoi allievi c’erano Bruno Tommaso e Patrizia Scascitelli, mentre tra gli uditori parteciparono Massimo Urbani, Maurizio Giammarco, Tommaso Vittorini ed altri. Queste saranno le nuove forze del Jazz italiano, le voci infuocate di quegli anni, le menti più creative del nostro panorama.
Nel Gennaio del ’73 Mario Schiano registra il bellissimo Sud, proprio con questi giovani maestri.
Nel Marzo dello stesso anno tocca a Gaslini far registrare “i suoi allievi”.
La prima documentazione appare nel disco “Message”, con guest come Enrico Rava & Paul Rutherford. Successivamente, nel giugno 1973, ancora a nome del pianista milanese esce “Favola Pop – Reportage dall’isola di Utopia”.
Questo passaggio degli stessi musicisti nell’opera di uno o dell’altro titolare, ci permette di vedere quanto i percorsi di Schiano & Gaslini, all’apparenza agli antipodi, siano in realtà molto vicini.
Questo, oltre il fatto di rendere loro il merito di aver creduto in questi giovani, di averli aiutati a liberarsi dalla “schiavitù” dell’emulazione del linguaggio del Jazz americano e di averli così consegnati, per sempre, all’olimpo dei jazzmen.
Félicien Rops "Pornocrate" – 1878
“…nell’ambiente circolò la voce che per realizzare «Sud» io gli avevo praticamente fregato allievi ed uditori, il che non era vero, perché quei musicisti li avevo scoperti io, giovanissimi. Così, quando Aldo Sinesio mi invitò a realizzare un disco per la sua collana, la Horo, ed io gli proposi un incontro con Gaslini, molti erano sicuri che Giorgio non sarebbe venuto. Invece quando arrivai in sala di registrazione lui era lì che mi aspettava da un’ora! Giorgio intervenne in due brani, unitamente a Bruno Tommaso, «Unità» e «Canto ritrovato», un antico canto lombardo da lui rielaborato.” [2]
Il disco della Horo è il numero 8 della mitica serie Jazz A Confronto, un disco cardine del Jazz italiano di quegli anni, dove si raggiunge “… il giusto punto di fusione nell’apparente dicotomia della «casualità-intenzionale». Tutto è frutto cioè, di quanto si è voluto fare, in un ambito dove tutto era da scoprire per caso.” [3]
Non è forse questo il segreto del Jazz?
Credits:
Label: HORO
Catalog#: HLL 101-8
Format: LP
Country: Italy
Released: 1974
Catalog#: HLL 101-8
Format: LP
Country: Italy
Released: 1974
Mario Schiano (alto sax),
Bruno Tommaso (bass),
Michele Iannaccone (drums on A1, A2, B2, B3),
Maurizio Giammarco (ten. sax on A1, fl, p, on A2, B2),
Toni Formichella (ten. sax on A1, A2, B2),
Massimo Urbani (soprano sax on A2, B2),
Giorgio Gaslini (p. on B1, B3)
Tracklisting:
A1) White Brush (Giammarco) – 14’10”
A2) Life Saver (Schiano) – 5’50”
B1) Canto Ritrovato (Gaslini) – 5’28”
B2) Lesile (Formichella) – 6’43”
B3) Unità (Gaslini) – 11’11”
[1] Recensione di Alain Gerber su Jazz Magazine del febbraio 1972
[2] Mario Schiano in “Un cielo di Stelle” libro/intervista di Pierpaolo Faggiano – manifestolibri 2003
[3] Enrico Cogno dalle note di copertina del disco
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